Tempo fa veniva consigliato il NON movimento, cioè limitare l’attività fisica o non utilizzare l’arto colpito o a rischio di linfedema.
Si pensava che l’uso o l’overuse, incrementando la necessità di trasporto linfatico potesse automaticamente incrementare il rischio di sviluppare o peggiorare il linfedema.
Storicamente le donne a rischio di sviluppare il linfedema secondario erano istruite nell’evitare esercizi vigorosi, ripetitivi o eccessivi perchè c’era la convinzione che questo potesse portare a tale patologia.
MA QUESTO ASSUNTO NON E’ MAI STATO SUPPORTATO DA EVIDENZA SCIENTIFICA
Un recente Review pubblicata nel 2018 si è posta come obiettivo quello di determinare quali siano gli effetti dell’esercizio fisico nel linfedema secondario a Ca mammario (sono stati presi in esame 11 studi di ottima qualità per un un totale di 458 donne)
In questi studi sono stati analizzati diversi tipi di attività (esercizi in acqua, esercizi contro resistenza, tai chi...), e diversi tipi di allenamento (aerobici, di forza..), con o senza tutore elatocompressivo.
Gli autori sono giunti alla conclusione che NON CI SONO CONTROINDICAZIONI IN LETTERATURA PER ATTIVITA’ FISICA E LINFEDEMA .
Gli esercizi che hanno mostrato un miglior risultato sono stati gli esercizi dinamici a moderata o alta frequenza.
Una precedente Review del 2016, aveva preso in considerazione studi dal 1966 al 2015 (9 studi, 957 pazienti) in cui le pazienti praticavano esercizi di resistenza in accordo con le linee guida dell’American College of Sports Medicine per pazienti oncologici ("attività di rinforzo muscolare di intensità moderata per almeno 2 giorni a settimana per i principali gruppi muscolari. Iniziare con un programma supervisionato e progredire lentamente")
Non ci sono stati eventi avversi alla pratica. In tutti gli studi venivano proposte attività di intensità da moderata ad alta. C’è molta variabilità negli studi (in alcuni vengono eseguiti il sollevamento pesi in altri ellittica...)
In alcuni studi venivano utilizzate le contenzioni elastocompressive in altri le pazienti erano libere di decidere se utilizzarle o meno.
Ho analizzato la letteratura scientifica pubblicata negli ultimi anni e le conclusioni tratte sono che:
-In letteratura non si evidenziano controindicazioni assolute per nessun tipo di sport: nessuno sport ha evidenziato un peggioramento del linfedema (risulta comunque sconsigliato praticare sport di contatto)
-E' consigliabile, quindi, scegliere il tipo di attività in base alle proprie preferenze
-Esercizi ad alta intensità con compressione (bendaggio) hanno risultati maggiori rispetto a esercizi a bassa intensità e solo compressione senza attività
-Attenzione alle controindicazioni assolute (non praticare attività fisica in caso di infezioni in atto)
-Affidarsi sempre a personale certificato (importanza dell’esecuzione corretta del movimento)
N.B. Per quanto in alcuni studi le pazienti fossero lasciate libere di decidere se usare il tutore elasto-compressivo o meno questa è una variabile che deve essere stabilità con il medico o il fisioterapista di riferimento
Abbiamo visto che non ci sono attività che possono peggiorare il linfedema (escludendo sport di contatto e facendo attenzione a praticare le attività in maniera progressiva )
MA IN PRATICA....QUALI ATTIVITA’ RISULTANO ESSERE LE MIGLIORI PER IL LINFEDEMA ?
Lo scopriremo nei prossimi post!
Prima di iniziare l’attività sportiva:
è buona norma prima di cominciare/ricominciare un’attività sportiva sottoporsi ad una visita medica (soprattutto dopo le terapie oncologiche)
Giorgia Franceschini Fisioterapista

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